Vittorio Sella: il primo fotografo di montagna

Vittorio Sella si distinse non solo per il suo talento nella fotografia, ma anche per le prime significative ascensioni invernali e traversate, concentrate principalmente tra il Cervino, il Monte Rosa e il Monte Bianco.
Acquisì una vasta esperienza alpinistica internazionale partecipando a numerose spedizioni, tra cui quelle nel Caucaso, in Alaska, in Uganda (dove documentò la ritirata dei ghiacciai del Ruwenzori) e sul K2. Quest’ultima avvenuta nel 1906.
Jim Curran, sopravvissuto a una spedizione sul K2, lo descrisse in questo modo:
“Sella è ancora ricordato come forse il più grande fotografo di montagna di tutti i tempi. Il suo nome è sinonimo di perfezione tecnica e raffinatezza estetica”.

Ansel Adams, fotografo statunitense vissuto fra il 1902 ed il 1984 ed impegnato in numerosi scatti in bianco e nero raffiguranti i parchi nazionali americani, ebbe l’opportunità di avvicinarsi all’arte di Vittorio Sella grazie ad una mostra tenutasi al Sierra Club Americano. Ciò testimonia i numerosi riconoscimenti attribuiti a Sella, cavallo fra l’800 ed il ‘900; la sua arte venne pertanto descritta dal collega Adams con queste parole:

“le sue fotografie ispiravano ed ispirano tutt’oggi un senso di meraviglia quasi religioso”

Per Sella, la possibilità di abbinare le proprie passioni al contesto lavorativo rappresentò una forte motivazione, permettendogli di spingersi oltre i limiti dell’accessibilità, dedicandosi e legandosi profondamente all’ignoto.
Uno sviluppo di carriera che ben rappresenta il sogno moderno. Una sorta di travel blogger senza smartphone e particolari strategie di marketing, capace di far innamorare chiunque in ogni dove.
Costanza, coraggio e indiscutibili qualità nelle sue rappresentazioni lo consacrarono agli occhi di chi, a proposito di neve, cenge, forcelle, crepacci e cime ne aveva forse soltanto sentito parlare.


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