L’ora del lupo

Il testo che ascolterai è tratto interamente dalla tesi di Camilla Franzina “Lupus in Veritate: quando la favola diventa realtà”. Laureatasi in “antropologia culturale, etnologia ed etnolinguistica” all’Università Cà Foscari di Venezia, con Camilla cercheremo di analizzare come l’essere umano ha occupato – e continua ad occupare – un ambiente in cui – ora – non è più solo.

Download per la tesi di Camilla: https://drive.google.com/drive/folders/1fJE5YXDlxwTHii0wa0O7Udxw9honlTyQ?usp=sharing

Episodio 1

Mettersi in discussione

Il ritorno dei grandi predatori è un tema caldo e controverso. Da una parte chi accusa i lupi, dall’altra chi ne subisce gli attacchi. Nel mezzo, molto spesso, una scarsa comunicazione tra chi vive le montagne e chi ha – invece – il potere di influenzarne la gestione. Cercheremo di smontare l’arroganza con cui giochiamo a sentirci “al di sopra di tutto”. Sarà un attacco al cuore di noi stessi, alle nostre convinzioni e a tutte quelle teorie che – fin troppo spesso – ci fanno rimanere immobili nella nostra zona di comfort. Un perimetro sicuro, comodo, irreale.

Episodio 2

I fantasmi dell’altopiano

“Il lupo è arrivato senza preavviso nell’Altopiano dei Sette Comuni, portando scompiglio in una realtà che da secoli non conosceva la minaccia di un predatore. Cos’è successo da quando il lupo ha abbandonato il mondo delle favole ed è entrato a pieno titolo nel mondo della realtà? Quale impatto ha avuto questa nuova presenza nella vita quotidiana? Ma soprattutto, cosa rappresenta oggi il lupo per gli altopianesi?”

Episodio 3

L’ululato di Slavc

“Il 2012 è una data fatidica per noi: a gennaio una fototrappola nel Parco Naturale Regionale della Lessinia si attiva e registra le prime immagini di un lupo in territorio veneto dopo circa 150 di assenza; le analisi genetiche sui campioni rinvenuti dicono che si tratta di una femmina italica. Qualche giorno dopo, arriva la notizia che un lupo sloveno è entrato in Italia, grazie al segnale emesso dal radiocollare è possibile seguirne gli spostamenti e così sappiamo che la notte tra il 6 e il 7 marzo 2012 Slavc 22, questo il nome del lupo, entra nell’area del Parco Naturale della Lessinia (Provincia di Vicenza, 2013).”

Episodio 4

Il chiasso dei media

“Nelle nostre montagne il lupo è arrivato nel 2016, ma solo nel 2017 ha iniziato, di fatto, a portare disagio agli allevatori, poiché inizialmente si è dedicato all’esplorazione del nuovo ambiente e alla caccia degli ungulati selvatici. La polizia provinciale, infatti, inizia a registrare casi di predazione dal 2017 e il 2018 diventa un anno di mattanze che hanno coinvolto non poco l’opinione pubblica anche di pianura. L’interesse del vasto pubblico e le voci dei media, però, hanno preso il sopravvento, mettendo a tacere i primi e più diretti interessati, riportandone solo le affermazioni più adatte alle notizie da far girare, così che la questione è presto stata delineata nei seguenti modi: sono gli allevatori che non si adoperano per proteggere il bestiame, i mezzi ci sono, vengono anche forniti gratuitamente, ma sono loro che non accettano di modificare le loro abitudini e l’unica cosa che vogliono è l’eliminazione del lupo.”

Episodio 5

Non esistono scelte giuste o sbagliate

“È inconfutabile che i sistemi di prevenzione siano gli unici strumenti che permettono una convivenza tranquilla con il lupo, ma questo non significa porre fine al conflitto, obiettivo cui, invece, vogliono giungere gli allevatori. Prevenire o non prevenire, recinto o non recinto, cane o cavallo, ogni scelta, in definitiva, presenta i suoi pro e i suoi contro, imponendo dei compromessi che bisognerà, prima o poi, accettare, senza illudersi che si possa tornare a com’era prima dell’arrivo del lupo. Non esiste una scelta sbagliata e una giusta, una logica e una illogica, esiste solo il rischio che uno è disposto ad assumersi: il calcolo del rischio di predazione contro il calcolo del rischio di malessere e malstare sia animale sia umano.”


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