“Si dice che la primavera sia la stagione della rinascita, all’autunno invece si associa l’amore. In questo periodo il silenzio del bosco, fino su all’inizio delle praterie di alta quota, è rotto dal bramito del cervo. In questo periodo il silenzio del bosco, fino su  all’inizio delle praterie di alta quota, è rotto dal bramito del cervo. Un richiamo potente con uno solo scopo: radunare a sé le femmine e comunicare a viva forza  che i propri geni sono i  migliori rispetto al rivale che bramisce dall’altra parte della valle. A un naso attento anche la terra sa di un odore diverso, completamente impregnata dagli ormoni dei cervi. Urina e sperma.  In questo periodo la competizione non coinvolge solo i cervi ma anche i fotografi naturalistici impegnati in una gara a chi è riuscito ad avvicinarsi di più, a chi ha fotografato il cervo più grosso e a chi è riuscito a fare la foto più poetica. Una cosa è però certa a tutti: è dannatamente difficile fotografare un cervo.”


“Ho iniziato a fotografare la natura circa 7 anni fa, ma, a differenza di quello che nel tempo le persone iniziavano a raccontare di me e dei miei lavori fotografici, ai miei occhi, e non capivo perché, non mi identificavo come “fotografo naturalista” nel senso letterale del termine. Come se mi mancasse qualcosa e di quel titolo non ne avessi avuto il diritto. Inizialmente, non sapendone spiegare il motivo, rimaneva una fastidiosa sensazione che mi portavo dentro. Ma con il passare del tempo, dopo le estenuanti ricerche, i fallimenti, la frustrazione, ho avuto modo di accumulare esperienza, di imparare ciò che è relativo ai soggetti ricercati e soprattutto prendendomi il tempo di osservare me stesso, maturando piano piano uno stile personale ed arrivando alla consapevolezza che avere la “fortuna” di assistere personalmente alla vita nascosta degli animali e riuscire, solamente dopo, ad ottenere quelle immagini che ho sempre e solo immaginato, è un compendio di tutto ciò che è stato necessario per arrivare fino a quel punto, e che queste arrivano solo quando sei pronto. Dopo quindi centinaia, forse migliaia, di giornate passate in natura, imparando a riconoscere il bello, cercando di capirne i segreti ed a modo mio rappresentarli, ho maturato la consapevolezza che il percorso per creare ciascuna immagine diventa importante quanto l’immagine stessa. Capita spesso, nel mezzo di un progetto, di sentirmi smarrito e demoralizzato a causa dei numerosi fallimenti. Trovare un senso a quanto sto facendo diventa assai complicato e proseguire non è mai semplice. Ma, come accade sempre, le cose ad un certo punto cambiano e l’istante in cui vedo l’immagine formarsi nel mirino diventa appunto sintesi di tutto ciò che stato necessario fare per essere lì proprio in quel momento. È così, riguardando ciascuna immagine, rivedo tutti gli sforzi che mi hanno portato a realizzarla e tutto il lavoro ritrova quel senso apparentemente smarrito lungo il percorso. Una sensazione stranissima, in cui nulla sembra essere mai stato più semplice di così. Un percorso, strano a dirlo, alla ricerca della semplicità.”


Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *