Basterebbe un pannello solare…

Quante volte, a ridosso delle festività, nei paesini che risalgono il fondovalle – per disperdersi fino al margine dei boschi con casere, baracche e cascine – ci si stupisce per il fascino delle luminarie.Non è soltanto una questione di colori è una questione di calore. Tra colore e calore cambia una vocale e nulla di più. La luce scalda.

In questa frazione non ho mai contato più di otto persone, probabilmente alcune non le ho mai incrociate ma, di certo, non sono numeri da metropoli. Eppure i profumi di legna bruciata nelle stufe, gli orti coltivati in meravigliosi terrazzamenti, l’architettura perfettamente conservata di abitazioni, stalle e legnaie, la pace dei boschi fitti e selvaggi, meritano il passaggio e l’interesse.

Si chiama Contrada Busellati, una manciata di dislivello sopra casa. Quando arrivano le feste, sopra la croce si accende una stella cometa. La frazione diventa visibile in una conca di montagne aspre, dorsali ripide e boschi fittissimi. Quando passano le feste, la stella cometa non splende più e la Contrada si nasconde.

Ci si domanda spesso come dare nuova linfa a posti simili. Anche dal punto di vista ecologico basterebbe un modesto pannello solare a catturare l’abbondante irraggiamento per poi mantenere attiva la stella cometa, le luminarie e quel senso di meraviglia che – purtroppo – rischia di accendersi solamente a ridosso delle festività.

La luce scalda, basta non spegnerla.


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