A prescindere dalla ditata sulla lente, la fotografia analogica è ciò che più ci avvicina alle storie che studiamo e scriviamo per il podcast.
Sarà la pellicola in bianco e nero ma pare di odorare i fumi di legna secca che fuoriescono dai camini, di inspirare l’aria secca e rigida che viene giù dai canaloni, di avvertire l’intorpidimento delle dita infreddolite.
Una fotografia senza tracce di modernità e molte imperfezioni rispecchia il concetto di montagna che ci affascina e che ci spinge a restituire una parte di noi al territorio. Una montagna nuda, spoglia, a volte brulla altre volte meno, non necessariamente estrema, ricca di storie e memorie da conservare. Una montagna per chiunque a patto che venga rispettata.

Fotografia di Sebastiano Frollo
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