4 luglio 1915. Se n’era appena andata una delle figure che avevano scritto la storia della Val Pusteria e delle Dolomiti, sia dal punto di vista imprenditoriale che dal punto di vista alpinistico.
A testimonianza dell’importanza di Sepp Innerkofler, fu il recupero della salma. Non furono gli austriaci ma gli italiani a recuperarlo per primi. Notarono che si trattava proprio della celebre guida alpina e come segno di profondo rispetto lo tumularono in cima al Paterno, ponendo sulla fossa una piccola croce di legno con una targhetta, prelevata da una lattina di metallo.
Recitava “Sepp Innerkofler – guida”.
Fu solo con la vittoria di Caporetto nel 1917 che gli austriaci poterono spingersi di nuovo sul Paterno. Sepp venne trovato e riesumato sulla montagna soltanto l’anno successivo. Nel 1918 trovò una degna sepoltura, dopo un’ultima calata dal Paterno e un veloce passaggio su quello che rimaneva della Dreizinnenheutte.
Poi giù fino a Sesto, dove venne celebrato il funerale.
Alla fine del maggio 1915, l’Italia entra in guerra contro l’impero austro-ungarico. Sepp ha 50 anni ed essendo particolarmente legato alla terra in cui e` nato, ha vissuto, scalato e investito decide di arruolarsi come volontario con gli Standschutezn (i bersaglieri tirolesi) in difesa del tirolo e dell’impero. Iniziava così uno dei capitoli più tremendi del primo conflitto mondiale, la guerra bianca sulle alpi. Per più di tre anni i soldati inviati al fronte, dovettero sopportare oltre al conflitto, le condizioni proibitive del fronte. Questo infatti si sviluppava per la maggior parte al di sopra dei 2000 metri di quota, dove le tecnologie dell’epoca non riuscirono ad arrivare. Pertanto fu una guerra diversa, caratterizzata dagli eventi atmosferici e dalla costruzione di trincee d’altura e camminamenti che si diramavano dentro le montagne.
Gli austriaci, numericamente inferiori, adottarono una tecnica efficace per resistere e respingere il nemico. Forti delle loro guide alpine, cercarono di occupare più cime possibili per comprendere i movimenti degli italiani, organizzare le difese e preparare il contrattacco. Fra questi alpinisti Sepp Innerkofler entrò nuovamente nella storia per aver guidato la “pattuglia volante”.
In questo gruppo di uomini, erano presenti diverse guide alpine e anche il figlio di Sepp, Gottfried. Tante delle notizie dal fronte sono oggi conosciute grazie ad un diario tenuto da Sepp, in cui annotava tutto.Tempistiche per le ascese, condizioni metereologiche ed emozioni. Uno dei passaggi piu` noti venne riportato il 25 maggio del 1915, quando Sepp dal Monte Paterno vide andare in fiamme il suo DreizinnenHutte, crivellato dall’artiglieria nemica.
“Al quinto colpo la mia casa s’incendia. Mentre scrivo qui sul Paterno, brucia il Rifugio giu` in fondo, il rogo tra i monti fa un’impressione imponente. Laggiù il fuoco, quassù battiamo i denti dal gelo. Adesso, Dio sia lodato, c’e` il sole e tutto questo mi appare piu` interessante che pauroso e terribile”
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