Siamo podcasters. Ma non solo.

Schiaccia play, alza il volume e resta in quota. Andata e Ritorno – Storie di Montagna punta a conservare storie e memorie di montagna. Ogni contenuto è pensato per durare anni, non pochi giorni, magari per sempre. Una sorta di archivio sonoro per tornare “a baita” indossando le cuffie.

Vogliamo restituire qualcosa alle montagne. Per farlo, abbiamo scelto l’audio.


Guarda, leggi, ascolta.

  • Claudio Ghizzo, fotografo naturalista. Sulle tracce dei fantasmi

    Claudio Ghizzo, fotografo naturalista. Sulle tracce dei fantasmi

    Claudio si è spinto fin sulle crode innevate popolate da colonie di stambecchi, è andato alla ricerca di una fauna rara, difficile da intercettare. Ha lasciato impronte sulle nevi di innumerevoli inverni, ha letto gli accumuli e interpretato i venti per esplorare in sicurezza le Dolomiti di casa (e non solo). E nei suoi portfolio…

  • Angelo, rifugio Pradut (PN): la sentinella di Claut

    Angelo, rifugio Pradut (PN): la sentinella di Claut

    Angelo trasmette una forte passione per la sua professione. Essere rifugisti è un onere ma anche un onore per chi, come lui, ama le montagne da cui è circondato fin dalla nascita. Il Pradut è stata una grande opportunità che gli ha permesso di unirsi ancor di più a un ambiente che, con il suo…

  • Franco Miotto: il camorziere

    Franco Miotto: il camorziere

    Franco Miotto è un personaggio potenzialmente perfetto per le audiocassette a nastro. Quelle che si dovevano girare a metà episodio per terminare l’ascolto. Come se ci fosse un primo e un secondo atto. Proprio come questa storia. Sarebbe riduttivo limitare Miotto alla sola attività alpinistica, nonostante imprese più che estreme. Il mondo di Miotto collide…

  • Le guardie della Schiara

    Le guardie della Schiara

    Ho sempre pensato che con le parole si potessero creare dei mondi. E ci credo ancora, anzi ne sono pienamente convinto. Le parole hanno però una marcia in più, soprattutto quando – a parlare – sono gli abitanti di quei mondi. Le montagne insegnano che “per guadagnarsi qualcosa, bisogna fare fatica”. Una rivisitazione del classicissimo…

  • Silvia Musi: catalogare la grande guerra

    Silvia Musi: catalogare la grande guerra

    Mi ritrovo il mondo di Silvia sotto i polpastrelli della mano, spulcio tra gli infiniti argomenti e cataloghi che propone. Piccole e grandi valanghe, storie di alpini, famiglie distrutte dalla guerra, vitttime di frane, incidenti, bombardamenti, le vicende delle infermiere della grande guerra, affondamenti di navi, cimiteri e sacrari militari in giro per l’Italia, all’estero…

  • Giannandrea Mencini: dalla laguna alle montagne

    Giannandrea Mencini: dalla laguna alle montagne

    Ci vuole tempo per raggiungere le montagne e le loro genti, abbarbicate fino all’ultima linea degli alberi che segnala l’inizio dei boschi. Ma c’è una caratteristica che unisce chiunque viva in quota, dai pascoli alti fin giù nei paesi strozzati nelle gole delle vallate: l’appartenenza. Ecco quindi che questo filo conduttore emerge da una matassa…

  • L’ora del lupo

    L’ora del lupo

    Il testo che ascolterai è tratto interamente dalla tesi di Camilla Franzina “Lupus in Veritate: quando la favola diventa realtà”. Laureatasi in “antropologia culturale, etnologia ed etnolinguistica” all’Università Cà Foscari di Venezia, con Camilla cercheremo di analizzare come l’essere umano ha occupato – e continua ad occupare – un ambiente in cui – ora –…

  • Tita Piaz: il diavolo

    Tita Piaz: il diavolo

    Questa è la storia di Tita Piaz, un insieme di aneddoti e leggende popolari. Un uomo in controtendenza nella storia delle Dolomiti che, con il suo genio, scardinò gli stereotipi di intere comunità alpine. Ebbe la forza di imporsi come alpinista, di introdurre idee moderne e rivoluzionarie, di manifestare apertamente uno scomodo credo politico. Questo…

  • Stava 1985 – Un disastro dimenticato

    Stava 1985 – Un disastro dimenticato

    La memoria consente di mantenere viva una realtà e di ricostruirla nonostante una catastrofe abbia spazzato via una vallata, 268 vite, 56 edifici, 6 capannoni e 8 ponti. Alimentarla però non è un’attività semplice né tanto meno scontata. Ecco quindi che entra in scena la Fondazione Stava 1985, separando l’oblio del dimenticatoio da una memoria…